Nessuna passione spenta. Saggi 1978-1996 by George Steiner

Nessuna passione spenta. Saggi 1978-1996 by George Steiner

autore:George Steiner [Steiner, George]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia
ISBN: 9788811141648
Google: YC1yBQAAQBAJ
editore: Garzanti
pubblicato: 2014-11-25T23:00:00+00:00


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NOTE:

(1) Prefazione all’edizione Everyman, 1991.

Gli archivi dell’Eden

«Il Signore ci ha portati qui attraverso i mari agitati, attraverso i pericoli dei pirati, delle tempeste, delle avarie, degli incendi, degli scogli, delle sabbie, delle malattie e delle carestie: ed Egli ci ha protetto per tutti questi anni dal rancore dei principi, dall’invidia e dal furore dei prelati, dai complotti malevoli dei gesuiti, dalle rivendicazioni ribelli di uomini scontenti e dalle debilitanti pratiche di falsi fratelli eretici». Così scriveva John Winthrop nel 1643. Questo «portare qui», questa grande Migrazione, nel gergo puritano, non era un fatto storico banale. Thomas Hooker, di ritorno in Inghilterra, si era chiesto se la fondazione della comunità della Nuova Inghilterra non segnasse la fine del tempo secolare, perché questa era il nec plus ultra fra le innovazioni mondane. Qualsiasi altra scoperta e colonizzazione esulerebbe dalle possibilità terrestri e annuncerebbe l’inizio del regno dell’eternità preannunziato nell’Apocalisse. Ma le ambiguità nel tropo del rinnovo finale, nella teologia e nella sociologia dell’edenico erano già formidabili in partenza.

Se la Nuova Inghilterra era la realizzazione di un nuovo Patto di Grazia (espressione ricorrente negli scritti di Cotton Mather), se gli affiliati a quel Patto approfittavano della più grande possibilità di salvezza mai concessa a un popolo dopo la nascita di Cristo, questo popolo non era forse composto, in un senso reale, di «uomini nuovi», simili ad Adamo? Controversie accese, quasi distruttrici della società, sulla necessità e la qualità del battesimo nel nuovo mondo, sul trasferimento attivo del peccato originale nella nuova comunità e nell’individuo, dimostrano che il modello adamitico veniva preso in senso letterale, seppure poco chiaro. E se le terre recentemente scoperte del Patto di Grazia erano realmente, come Peter Bulkeley aveva scritto, «come una Città situata su una collina, visibile da tutta la terra (…) perché ci proclamiamo popolo affiliato al Patto di Dio», e il solo popolo simile reperibile su un pianeta macchiato dal peccato originale - come dobbiamo intendere le «rivendicazioni ribelli» e i «falsi fratelli eretici» citati da Winthrop? Come intendere i «barbari indiani» e i flagelli della siccità e delle malattie inflitti alla nuova Gerusalemme?

La questione dei rapporti con il vecchio mondo era altrettanto ambigua. Perry Miller riassume una corrente dominante di pensiero (The New England Mind: The Seventeenth Century, p. 470): i puritani «non si consideravano, almeno nelle prime colonie, come fuggiaschi dall’Europa ma come partecipanti pienamente attivi alle grandi questioni della vita europea; il loro scopo non era di formare comunità provinciali al margine della civiltà ma di compiere una manovra accerchiante nella lotta appassionante del mondo civilizzato». Tuttavia era anche attiva una corrente più radicale di distacco. Verso la fine degli anni 1630-40 era ormai ovvio che né Ginevra né Amsterdam né Edimburgo erano state in grado di offrire al cristianesimo infermo la luce di una nuova nascita vitale e di un’autentica Congregazione. Presto la gerarchia ecclesiastica e cose ancora peggiori sarebbero tornate a imporsi nel regno inglese. Il vescovato e il papato erano i segnali universali di una prossima apocalisse. Il nuovo Israele doveva abbandonare i luoghi e il retaggio della dannazione.



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